Enogastronomia

L'agnello Pasquale di Favara

Una ricetta che si tramanda di generazione in generazione e rappresenta l'eccellenza di questa terra. Questo e molto altro è l'Agnello Pasquale di Favara, un dolce tipico della migliore tradizione

E’ il suo fulgore, l’apoteosi dell’agnello pasquale di Favara. E’ la sua festa, la sua sagra, attesa da un anno. Certo, si può mangiare tutto l’anno ma la celebrazione della festa della cristianità ne fa un punto di forza. Come potrebbe essere dimenticato un dolce che è fatto di pistacchio ricoperto di pasta di mandorle tipico del comune agrigentino di Favara. Una delizia. Gli esteti, le persone precise ci tengono a dire che non va confuso con la "pecorella pasquale”, fatta di "sola” pasta di mandorle. La cosa in comune per i due dolci è la fine, gloriosissima, al termine dei pranzi della festa. 

La ricetta dell’agnello è rimasta invariata per oltre un secolo: nel 1898 si è vista la prima carta che indicava quantità e lavorazione. Erano tempi duri e solo per alcuni era possibile mettere in tavola un dolce siffatto. Ed anche le famiglie ricche, come quella che ha tramandato la ricetta, lasciano la leccornia solo per la Pasqua. Va detto tutto, però: "Sembra che a inventare questo dolce siano state le suore del Collegio di Maria del quartiere "Batia” di Favara molto tempo prima del 1898 e che i favaresi provassero poco interesse per questo dolce, preferendogli di gran lunga i cannoli e i cialdoni”. Prima: ora l’agnello pasquale di favara è diventato il suo simbolo nel mondo e basta assaggiarlo una volta perché si rimanga "attaccati” al ricordo di una squisitezza allo stato puro.


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