La storia di Favara
la storia di Favara affonda le radici nel terzo millennio a.C. Nella zona sono presenti tracce delle civiltà greca, romana e araba ma è con il normanno Castello Chiaromontano che nasce l'abitato moderno
Il territorio di Favara è abitato fin dal terzo millennio a.C., come dimostrano la ceramica rossa in stile di Malpasso ritrovata in una grotta in contrada Ticchiara, i manufatti castellucciani dell'età del bronzo e la tomba risalente al 1450 a.C. rinvenuta in contrada San Vincenzo. La zona è stata poi influenzata dalla civiltà greca, di cui restano tracce nella fortificazione di contrada Caltafaraci, e da quella musulmana con l’insediamento di contrada Saraceno. Lo stesso nome Favara sarebbe di matrice araba e significherebbe "sorgente”.
L’abitato attuale ebbe origine in epoca normanna con la costruzione del Castello Chiaramontano iniziata nel 1270 da Federico II Chiaramonte. Attorno alla fortezza, ricca di cunicoli ancora in parte inesplorati, si sviluppò il paese perché molte famiglie delle campagne preferirono spostarsi all’ombra del castello dove si sentivano più protette. La famiglia Chiaromonte si estinse nel 1392 e le subentrò la signoria dei Moncada che, però, durò soltanto sei anni. Nel 1398 Re Martino stabilì che la baronia di Favara fosse concessa a Don Emilio Perapertusa e ai suoi discendenti.
Nel Quattrocento Favara subì una grave crisi demografica ma seppe riprendersi nel secolo successivo soprattutto grazie alla famiglia De Marinis, subentrata nella gestione del paese. Successivamente il Marchesato di Favara passò nelle mani degli Aragona Pignatelli Cortes che, nel 1812, rinunciarono spontaneamente ai diritti feudali. Il castello e parte della cittadina vennero ceduti alla famiglia Cafisi che, nel corso del Novecento, la vendette alla Regione Sicilia. Attualmente la proprietà è dell comune di Favara.